sabato 6 agosto 2016

UN POETA A CASO, MA NON TROPPO: GIANCARLO BARONI




di FRANCESCO GALLINA



Ormai è trascorso più di un anno da quando #busillisblog affrontava la questione delle copertine dei libri. Sostenevo che quella della copertina sia un'arte a tutti gli effetti di cui spesso ci si dimentica, attratti come si è dal solo contenuto del libro. Ma la copertina esercita un'influenza notevolissima. Se leggere è un'operazione intellettuale, anche l'occhio è dotato di intelletto e, se educato al buon gusto, ama le cose belle. Quell'articolo si fermava alla copertina. Oltre alla copertina, poi, c'è il libro vero e proprio, la corazza che custodisce l'opera. Nel tempo della cosiddetta crisi (anche editoriale) non possiamo lamentarci più di tanto, e ci accontentiamo di leggere su pagine riciclate, sottili, sottilissime, che basta niente che si strappino. Tanto - diciamo - l'importante è il testo. Non c'è dubbio.

Eppure la lettura è un'esperienza estetica che dovrebbe coinvolgere i sensi. Tutti. Il libro è quella 'cosa' che, prima ancora che essere letta, dovrebbe fare esclamare al lettore, dentro di sé: "Ma che piacere sfogliare questo libro!".
La scelta della carta, la dimensione, la sua porosità; ragionare sui pieni, sulle immagini, sugli spazi bianchi. Anche questo significa produrre un libro pregevole. Ho trovato queste qualità nel libro che il poeta Giancarlo Baroni mi ha offerto in dono un mese fa. Dono graditissimo, che si andava ad aggiungere allo splendido diario in versi elargitomi dall’egregio poeta Gian Carlo Artoni. Mi sarebbe toccata una goduriosa full immersion nella poesia parmigiana contemporanea. 

I merli del giardino di San Paolo e altri uccelli (Grafiche STEP, 2016) si presenta come una raccolta ragionata di poesie ornitologiche tanto piccola quanto preziosa per composizione, copertina (una bellissima illustrazione di Vittorio Parisi) e prefazione (scritta da Pier Luigi Bacchini, scusate se è poco). La Prima parte dell'opera è suddivisa nelle sezioni Alzarsi in volo, Federico II e i merli del Giardino di San Paolo e Una geografia celeste; segue la Seconda parte, introdotta da un breve scritto critico di Fabrizio Azzali. 

I quadretti naturalistici di Baroni si sposano alla perfezione con le illustrazioni di Vania Bellosi e Alberto Zannoni. Il poeta decide quindi di accompagnare l'armonia della linea e del colore alla sua parola, dando vita a una piacevolissima commistione di codici espressivi. Tutto su carta patinata. Come se l'arte figurativa volesse attutire il fine e rigoroso sguardo scientifico che il poeta usa come arma per scandagliare l'universo dei volatili. Ma non lasciamoci ingannare. Dietro l'osservazione certosina della natura c'è dell'altro. Dalle animose conversazioni degli intelletti alati emergono metafisici messaggi rivelatori. Gli uccelli ci avvertono: Ingenuamente tentate di indovinare / dai nostri voli il vostro futuro / i progetti di chi ci sovrasta. / Vi illudiamo di essere coinvolti / in quello che non sappiamo.  

Per la consueta rubrica poetica del sabato di #busillisblog, vi proponiamo L'ex convento di San Paolo (tratto dalla sezione dedicata a Federico II), sei strofe di carattere didascalico dove a parlarci sono proprio i merli che danno il titolo all'opera. Eccoli, dunque, i merli, canori Virgilio che ci guidano alla scoperta di una delle meraviglie artistiche di Parma, la Camera dell'austera e coltissima Badessa Giovanna di Piacenza, conosciuta ai più come Camera di San Paolo. Dai cinguettii sincopati di metro vario possiamo spiare per un momento Giovanna, avvicinarci al Correggio, per poi spiccare il volo sopra alcuni loci amoeni parmigiani. Accompagniamo le liriche con uno dei sedici ovali in cui è spartita la volta a ombrello della Camera della Badessa. Grandi protagonisti sono i putti che "Galleggiano / per aria". 




L'EX CONVENTO DI SAN PAOLO






(è ricco di natura cultura e arte, a cominciare dalla splendida Camera affrescata dal Correggio; nel suo giardino abitano i nostri merli)

*

Qui ci sentiamo
protetti dai rapaci
anche mentre dormiamo ci piace
considerarci merli fortunati.


*

In autunno ci aiutano
le bacche rosse del biancospino
durante l’inverno restiamo. Migratori
venuti a farci visita
ripartono se gela
verso mete più calde.


*

Nelle giornate nebbiose 
gonfie di pioggia e neve
sui rami del giardino ripetiamo
l’inverno si può sopportare.


*

La badessa Giovanna che ha assegnato
il compito di affrescare una stanza
del proprio appartamento al Correggio
dicono custodisse
un libro miniato sugli uccelli. Sopra quei fogli
il timbro imperiale con l’effigie del falco.


*

I putti che si affacciano dal soffitto
della stanza affrescata dall’Allegri
vivono sulle nuvole. Galleggiano
per aria scherzano fra le foglie,
fanno cucù sugli alberi.
Assomigliano a noi, contenti
se Diana a caccia ritratta sul camino
un giorno o l’altro rosola


*

Fino alla Cittadella
antica fortezza farnesiana
da altri merli
quasi per intero popolata
d’estate ci spingiamo. Poi
completando la breve migrazione
dentro l’orto botanico. Le sue piante
ci offrono refrigerio e bacche preziose.





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